
Eugenia Toni, Art Director di Anyway
BY F.Y.B.
Eugenia, so che sei laureata in lettere classiche, indirizzo filologico, che sei storica bizantina e direttrice per riviste di taglio storico, Fashion Writer oltre che Art Director di Anyway.
Detto così è assolutamente riduttivo, vuoi riassumere il tuo percorso e i mille impegni importanti che riempiono le tue giornate?
Più che riduttivo parrebbe folle. A parte gli scherzi si, è vero, la difficoltà reale non è tanto nella quantità ma nei salti spazio-temporali che concettualmente faccio ogni giorno. Ciò ha, però, un minimo comune denominatore che sono io. Io sono anche una paleografa greca, ho sempre avuto la passione per l’analisi critica e testuale delle fonti legate all’età di mezzo, in special modo parliamo di oriente cristiano. Bisanzio lega fortemente cristianesimo, diritto romano e cultura (nonchè lingua) greca in un contest geografico vicinissimo alle influenze islamiche. Un cocktail esplosivo, sinergico, sintetico di tre realtà. Mi occupo specificatamente di mistica, amo indagare filologicamente il rapporto tra Dio e l’uomo vissuto nella semplicità e nell’immediatezza del sentire personale. Sono un’umanista e porto questo bagaglio secolare travasandolo nel materico, nella moda che diviene manifestazione sintomatica di ciò che siamo. Io non credo a chi esclude la materia dallo spirito. Quando parlo di donne e abiti io mi ispiro alle Donne, a Beatrice, Teodora di Bisanzio, Hildegarda di Bingen, e non al loro essere astratte, ma alla loro immediatezza, carnalità ed essere punto di rottura, tutti elementi che la donna, oggi, purtroppo ha perso. Il mio lavoro “quotidiano” è di tipo amministrativo, lavoro nelle risorse umane cercando di conciliare gli impegni legati ad Anyway, il nostro magazine e le letture e lo studio. Attualmente sono Fashion Writer per una stilista genovese e co-direttrice per Christianitas, una rivista di studi storici. Poi, il mio piccolo salotto privato, il mio gruppo facebook “Io Sono una Signora”, a cui affido la mia penna virtuale e di pancia.

“Mi occupo specificatamente di mistica, amo indagare filologicamente il rapporto tra Dio e l’uomo vissuto nella semplicità e nell’immediatezza del sentire personale.” Eugenia Toni
Amo la tua definizione di Anyway come di un’ ”Antologia…qualcosa che raccolga contributi preziosi e non improvvisati fatti da professionisti del design, della bellezza e della moda…una raccolta di fiori, i migliori, nella dispersività dei social network”. Come nasce l’idea di un progetto così impegnativo?
Nasce da ciò che non c’è. Il panorama dei social network è piuttosto ripetitivo, da un anno circa pensavo di creare un contenitore di contenuti (gioco di parole voluto) che non fosse solo una carrellata di immagini ma offrisse spunti. Quando parliamo di un brand cerchiamo di far capire cosa ci sia dietro ad un oggetto che acquista così un’aura evocativa. Non indosso un abito perchè va di moda o è bello, indosso la filosofia di cui si fa portavoce, la storia del suo creatore. Questo si chiama stile e vestire significa indossare uno stile, interpretare la storia di uno stilista. Per questo motivo Anyway ha cura nel selezionare le persone di cui parliamo, nell’attenzione verso la sartoria e la manifattura italiana, spesso di nicchia e che ha bisogno di essere “comunicata” e non appiattita attraverso i social network. Parlo al plurale perchè Anyway è femminile plurale. Questo progetto non sarebbe stato possibile senza lo spirito pratico, razionale e il fiuto commerciale di Leda Maratea, architetto e wedding planner milanese che per Anyway è project manager e grafica, nonchè responsabile dell’immagine Anyway per gli eventi cui partecipiamo. Il respiro è comunque internazionale grazie alle collaborazioni fisse da Dubai e Istanbul.

“A volte viene fuori il mio lato irriverente: tra due punti disegnare un arabesco diventa inutile, meglio una linea retta, un taglio, a punta di coltello.” Eugenia Toni
Eugenia, ti conosco da quello che scrivi, da quello che pubblichi. Mi piacerebbe definirti una Donna con la D maiuscola con una femminilità piena e mai sdolcinata che traspare dalle tue parole. Non sei Donna che adula falsamente, un tuo complimento è vero e pensato, una tua critica è ponderata attentamente…ma anche affilata come un coltello tagliente. Ti ritrovi in questa descrizione?
Moltissimo, anche se come tutte le donne di cuore e di testa pecco di pancia. Dico sempre che le donne hanno perso la loro natura alchemica e sensitiva, il progresso e l’indipendenza ci hanno reso spesso nevrotiche e concettose, in antitesi quasi inconciliabile con l’universo maschile. Il problema è che questo sviluppo ci ha portato sulla curva della parabola, lontane da un rapporto immediato, profondo e diretto con le cose, quasi un pò magistico. Siamo diventate concettose e volgari quando crediamo di essere dirette. Ecco perchè a volte viene fuori il mio lato irriverente: tra due punti disegnare un arabesco diventa inutile, meglio una linea retta, un taglio, a punta di coltello.

“Non indosso un abito perchè va di moda o è bello, indosso la filosofia di cui si fa portavoce, la storia del suo creatore.” Eugenia Toni
Mi piacerebbe chiudere questa intervista con parole tue che mi hanno colpito e forse anche un pochino suggestionato “Il lavoro se non è epidermico non mi piace. Le donne seguono le cose, le strade, i progetti con un impeto animale.
Per questo non salgono troppo in alto, per questo si fermano, per questo sbagliano. Perchè lavorano in modo emotivo. “ Questa sei tu, Eugenia, e mi sei piaciuta moltissimo perché hai proseguito dicendo: “E per questo tutte abbiamo bisogno di un uomo. Riconosco una donna anche dall’uomo che ha dietro.”
Brava Eugenia, abbasso le donne che sbandierano di non aver bisogno di un uomo. Le Donne come te sanno riconoscere l’importanza di un uomo. Sei d’accordo?
Sto imparando a parlare alle donne e a guardarle come farebbe un uomo. Non c’è bisogno di ricercare in merito all’essere donna parlando in modo ostinato con e attraverso le altre donne, se lo sei, donna, basta così e non hai bisogno di dirlo, urlarlo, manifestarlo. E devo l’immediatezza di questa consapevolezza proprio al dialogo con una persona, un uomo, a me cara. Diffido delle donne che ciarlano a lungo sulle questioni personali e d’amore. Spesso sono svianti. Quando ho bisogno di un consiglio ho riscoperto il confronto con un uomo, chiaro, diretto, immediato, spiazzante.
Mi piace pensare a Dante. La Divina Commedia nasce per una donna, Beatrice. E’ la più grande opera d’amore, a mio avviso, nata attorno e per ispirazione di una donna. Beatrice intima Dante a “salire”, è qualcosa, questo, di sacro e divino che umanamente passa attraverso l’esperienza sessuale. Ma ti dico di più.
Se Dante non ci fosse non avrebbe creato la sua donna, Beatrice.
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Buona lettura!