A cura di Fabiola Yvonne Bobbio
Di cosa ti occupi principalmente?
Sono una ricercatrice della School of Chemical Engineering all’Università di Manchester. Mi occupo della valutazione ambientale dei processi produttivi.
Come è nata l’idea di creare Pearl-à-porter?
Da una vecchia collana, regalata da mia nonna per i miei 18 anni: mai messa. L’ho sempre trovata troppo seriosa…così l’ho smontata e reinventata alla maniera “Pearl-à-porter”: ho aggiunto un pizzico di colore e voilà…è nato il primo gioiello Pearl-à-porter.
Come riesci a conciliare le tue attività?
E’ piuttosto complesso in effetti, il mio lavoro da ricercatrice mi prende parecchio tempo. Dedico a Pearl-à-porter il mio tempo libero (sera e week end)…grazie alla passione che ho per questo progetto imprenditoriale.
Da dove trai ispirazione per i tuoi nuovi modelli?
Ciò che mi ispira più di tutto sono gli abbinamenti di colore. Quando entro dai rivenditori di pietre, immersa nella moltitudine di colori, la mia parte creativa prende vita. Inizio a immaginare milioni di possibilità di combinazioni di pietre e fili colorati.
A che pubblico ti rivolgi principalmente?
A tutte le donne. La doppia natura elegante e casual dei gioielli Pearl-à-porter, che è poi la linea ispiratrice di questo progetto, rende questi bijoux adatti alle mamme ma anche alle figlie, a chi copie 18 anni ma anche alle nonne, insomma a tutte le donne che ricerchino un gioiello facile da portare ed elegante al tempo stesso.
Come ti definiresti: più sognatrice o pragmatica?
Pragmatica…risultato degli anni spesi a fare ricerca scientifica credo.
Chi ha creduto in te da subito?
Carlo, mio marito. Crede in me più di quanto io non creda in me stessa.
Progetti per il futuro?
Tornare in Italia…e dedicarmi a tempo pieno al progetto Pearl à porter.
- Lifestyle and chilling for Pearl-à-porter
- Lifestyle and chilling for Pearl-à-porter
In attesa delle tue prossime splendide creazioni ti auguriamo di realizzare il tuo progetto!