Because the closet – La gonna anni ’50

Le vedi fluttuare con morbidi movimenti, roteanti di colori e tessuti tra i più vari.

Avvolte in cappottini “bon ton” o in camicette retrò, sono quelle donne che, della gonna longuette, ne hanno fatto la parola d’ordine per esprimere femminilità.

In effetti, della ginna longuette, o sotto ginocchio, prendo in considerazione quella più conosciuta e che recentemente sta rientrando prepotente nei nostri armadi: quella morbida, a pieghe, che nulla ha a che vedere con quella sinuosa, sexy – sempre a vita alta e sempre sotto ginocchio – e aderente.

L’abbiamo vista in passerella già da qualche mese, accostandosi alla più sciolta t-shirt, oltre che alla sopracitata camicia. Perché no, magari con una giacca di jeans e le sneakers o la canottierina bianca “californian girl”!

Non è detto che piaccia a tutte però, per noi ragazze può avere un richiamo alle gonnelline che le nostre mamme ci mettevano per andare a scuola con golfino e camicia con colletto trapuntato. Non credo sia una storia comune, ma sicuramente è una storia frequente!

Reinterpretarla proprio adesso che detta una corrente di moda però potrebbe essere il metodo per levarle di dosso un po’ di “vecchiume” a cui l’abbiamo sempre associata ed aprire i nostri vecchi cassetti (anche quelli di nonne più che mamme) per scoprirne una miriade tra onde, colori e tessuti e darle una nuova vita!

Un discorso a parte è quella di tulle, dall’effetto molto romantico ed un po’ “fairy tale” ma sempre e sicuramente femminile.

Non sempre rimanere al passo con i tempi vuole dire avere u guardaroba sempre aggiornato ed originale, spesso l’astuzia sta nel rivedere per prime e con occhi diversi qualcosa di già visto e rivisto: perché quello che fa parte delle nostre abitudini, non è scontato sia in realtà qualcosa di unico…e non serve che sia io a ricordarlo. Femminilità?

Magari la longuette può aiutarci al posto di un dolorosissimo tacco. Provare per credere.


Intervista ad Alessandra Fusi di Pearl à porter

A cura di Fabiola Yvonne Bobbio

Di cosa ti occupi principalmente?

Sono una ricercatrice della School of Chemical Engineering all’Università di Manchester. Mi occupo della valutazione ambientale dei processi produttivi.

alessandra fusi interview

Come è nata l’idea di creare Pearl-à-porter?

Da una vecchia collana, regalata da mia nonna per i miei 18 anni: mai messa. L’ho sempre trovata troppo seriosa…così l’ho smontata e reinventata alla maniera “Pearl-à-porter”: ho aggiunto un pizzico di colore e voilà…è nato il primo gioiello Pearl-à-porter.

 

Come riesci a conciliare le tue attività?

E’ piuttosto complesso in effetti, il mio lavoro da ricercatrice mi prende parecchio tempo. Dedico a Pearl-à-porter il mio tempo libero (sera e week end)…grazie alla passione che ho per questo progetto imprenditoriale.

alessandra fusi

Da dove trai ispirazione per i tuoi nuovi modelli?

Ciò che mi ispira più di tutto sono gli abbinamenti di colore. Quando entro dai rivenditori di pietre, immersa nella moltitudine di colori, la mia parte creativa prende vita. Inizio a immaginare milioni di possibilità di combinazioni di pietre e fili colorati.

alessandra f

A che pubblico ti rivolgi principalmente?

A tutte le donne. La doppia natura elegante e casual dei gioielli Pearl-à-porter, che è poi la linea ispiratrice di questo progetto, rende questi bijoux adatti alle mamme ma anche alle figlie, a chi copie 18 anni ma anche alle nonne, insomma a tutte le donne che ricerchino un gioiello facile da portare ed elegante al tempo stesso.

 

Come ti definiresti: più sognatrice o pragmatica?

Pragmatica…risultato degli anni spesi a fare ricerca scientifica credo.

 

Chi ha creduto in te da subito?

Carlo, mio marito. Crede in me più di quanto io non creda in me stessa.

 

Progetti per il futuro?

Tornare in Italia…e dedicarmi a tempo pieno al progetto Pearl à porter.

 

In attesa delle tue prossime splendide creazioni ti auguriamo di realizzare il tuo progetto!


Because the closet – Bianco elegante…ma intimo

A cura di Maria Virginia Calissano

White lace, pizzo bianco: una trasparenza chiara, fresca, candida così elegante e così “bambina”.

Mi piace moltissimo svegliarmi con il fresco della mattina presto che fa pensare ad una giornata che sarà soleggiata e radiosa! La giornata comincia col sorriso e con tanta luce. Una doccia fresca, un ottimo profumo fiorito ed un bianco vestito arioso e morbido!
Il bianco è il “non colore”, elegante e mutevole a seconda dell’abbinamento. Può diventare minimale se contrapposto al nero; può diventare lineare se tagliato geometrico in un capo informale; può diventare estivo, se di un tessuto grezzo e naturale; può diventare candido se usato d’inverno con toni di beige e marrone. In ogni modo “elegante” è il suo aggettivo.
Elegante ma anche semplice, perché abbinabile con tutto (sì, anche con altro bianco, purchè le sfumature ed i tessuti varino!) ed utilizzabile in ogni stagione.
Il capo bianco che però di più associo all’idea stessa di eleganza e sofisiticatezza è il bianco lavorato, con pizzi o con tessuti speciali.
Dall’intimo lavorato a motivi floreali fino a barocche aggiunte di perle e motivi arabeschi o con richiami alla bucolica natura. Pizzo o tessuto a trasparenza, ed ancora macramè o frange un po’ western, che rendano di estrema accuratezza lo stile più alternativo o cittadino.
Immagino di aprire il mio armadio, quando la luce del sole sta per raggiungere la nostra luminosa stanza… in quella stagione tra la primavera e l’estate, quando tutto si fa più bello!
Immergersi nel candore di abiti bianchi di ogni genere, dalle camice ai vestiti corti o lunghi, con un porfumo di lenzuola come appena stese al sole, d’estate, ad agosto!
Maria Virginia Calissano

 

 

 

 

 


Because the closet…ma quello di Carolina Verde!

A cura di Maria Virginia Calissano

Carolina Verde è una mia cara amica, Napoletana di cuore ma Milanese d’adozione, con la quale ho condiviso le mie avventure estive, italiane e non. Ho voluto parlare del “suo closet” che unisce una rigida razionalità e precisione di creazione ad un arte calda e fresca contemporaneamente per l’ideazione dei suoi gioielli! Un estro tutto Made in Italy: ha scelto di fare della sua passione il suo lavoro e della sua fantasia la nostra eleganza! Perché non sempre è dietro una scrivania e davanti ad un computer che si fa carriera, a volte l’artigianato d’altri tempi premia!

“I bijoux di “the Green Strawberry” nascono nel 2013 quando dalla mia passione per il dare vita a gioielli fatti a mano  inizio a creare orecchini unendo il pizzo macrame’ con pietre, gemme semipreziose, resine e cristalli swarovsky.

Questi monili cosi’ colorati, allegri e dagli effetti sparkling iniziano ad avere subito successo sia tra le amiche che sulla pagina Instagram creata per dar visibilita’ al marchio. Con i miei gioielli vorrei trasmettere allegria, vorrei dar modo a tutte le ragazze che li indossano di sentirsi piu’ positive e piene di energia, di poterli cambiare in base all’umore o abbinarli all’abito che si indossa. Credo nell’artigianalità italiana, nella scelta dei materiali migliori, nel distinguersi dalla massa e indossare sempre qualcosa di unico, tutte le creazioni anche se simili non sono mai uguali tra loro per due ragioni : voglio che ogni cliente abbia qualcosa che sia solo suo e anche perche’ le mani di una creatrice non possono avere la precisione di una macchina, pertanto le piccole imperfezioni della produzione artigianale ne accertano, a mio avviso il loro pregio. 

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La mia storia, quella di Carolina ed il suo amore per i gioielli viene da molto lontano…

La mia famiglia possedeva una gioielleria nella mia citta’ di origine dal 1898 e dopo il mio bisnonno e’ stata portata avanti dai miei zii per piu’ di un secolo. Fin da piccola passavo molte ore in negozio con la mia prozia Ester, lei pensava che mi annoiassi invece per me era il paese dei balocchi! Passavo ore a sistemare le vetrine, ad ammirare tutti i gioielli e ne rimanevo incantata guardando le loro lavorazioni… Cammei di Torre del Greco i miei preferiti! Ricordo una cassetta di legno dove mia zia teneva i gioielli rotti, quelli di cui le persone volevano disfarsi…ecco da quella cassetta e’ iniziato tutto!La prendevo, prendevo gli attrezzi da orafo che erano stati del mio bisnonno, pinze, piccolissimi tronchesi e via!! Decastonavo le pietre, smontavo quello che riuscivo a smontare e creavo cose nuove…”.

Maria Virginia Calissano

Facebook : the green strawberry

Instagram : thegreenstrawberry

Mail : thegreenstrawberrycreations@gmail.com

 


Because the closet – ANIMALIER: un leone al tramonto

A cura di Maria Virginia Calissano

 Questa pubblicazione è dedicata a quelle sere in cui ci sentiamo sicure di noi, magari particolarmente belle perché abbronzate; o semplicemente belle senza bisogno di motivi! Quelle sere di cui scrivo sono quelle in cui niente potrebbe andare diverso da come abbiamo immaginato prima di uscire, perciò di fronte al guardaroba tiriamo fuori tutta la grinta che abbiamo (siamo donne!) e sperimentiamo quella sensualità un po’ naif che fa di una donna la Donna.

La grinta penso si trasponga nell’animalier, dal kaftano, ai pantaloni boy, con tessuti leggeri e fluttuanti , che cadono morbidi sulle curve del corpo; ricchi di contrasti di colori caldi, che ripiegano sull’inconfondibile disegno che ricopre il corpo dei felini.

Dai toni arancio e via verso il sabbia ed il bianco, contrastati da marroni scuri o terra bruciata, i capelli lasciati sciolti ed un make up sofisticato, che facciano diventare il nostro sguardo felino, meravigliosamente pieno di fascino.

L’immagine che ho, di fronte al mio guardaroba, si crea alla sera, quando il sole tramonta e l’aperitivo comincia all’imbrunire, per poi trasformarsi in una cena o in una festa. Il rosso del tramonto crea un magico contrasto di luci e ombre sul vestito che si muoverà con noi ad ogni passo creando calde trasparenze.

L’animalier a cui maggiormente mi ispiro è quello dei felini, dal giaguaro, alla tigre al leopardo… tralascio lo zebrato, dai colori più minimali e freddi, sempre decisi ma sicuramente meno sensuali.

E così ci troviamo pronte alla sera fuori, sensuali, sicure, grintose, sorridiamo a quello che ci attende, perché non avremo paura di nulla!

Maria Virginia Calissano